Sono una di quelle studentesse che l'università (SciPol) l'hanno fatta nei tempi (3+2), facendo pure un anno in Erasmus e che ora - dopo un anno di internship - torna "sui banchi", in un'università straniera. Non vorrei sembrare la solita, estrema pessimista: i casi vanno valutati singolarmente e, in un certo senso, è normale che in un paese dove tutti, volenti o nolenti, senza nemmeno chiedersi perchè, si iscrivono all'università e tutti - chi un decennio, chi in meno tempo - arrivano al traguardo della laurea, poi non ci siano abbastanza posti di lavoro "qualificati".
Proprio per questo io penso che il problema sia ben più endemico di quello qui messo in luce: è l'intero sistema che è sbagliato. E' sbagliato non valutare i voti del liceo (ed è sbagliato che in Italia i ragazzi delle scuole private siano dei "clienti" da soddisfare, quindi privilegiati), è sbagliato che un esame si possa ripetere 20 volte, è sbagliato che le tasse rimangono uguali anche per i fuoricorso...è sbagliato che gli esami siano in gran parte orali. Sia ben chiaro, io adoro gli esami orali e penso che in certe facoltà sia una gran cosa poter esporre le proprie abilità oratorie, ma - ancora una volta - in un sistema come quello italiano, dove il potere della conoscenza (non quella accademica!) ed i personalismi sono così forti non è un metodo affidabile.
Gli esami in UK li ho sempre fatti scrivendo solo il mio numero di matricola, che non ci era mai permesso scrivere in abbinamento al nome: di fatto, il professore non sa "chi" sta correggendo. Sembrano piccoli accorgimenti, a raccontarli così, ma i risultati sono ben più macroscopici.
La diffidenza che si riscontra verso una laurea conseguita in Italia è piuttosto fastidiosa (volendo minimizzare il sentimento...), per coloro che provano ad uscire da questo paese in cui siamo tutti Dottori. Per la maggior parte dei ragazzi, però - che si apprestano a rimanerci in questo sistema - che sono cresciuti con questa mentalità e per i quali questi sembrano solo discorsi di un'esterofila incallita non c'è alcun bisogno di cambiare...tanto per lamentarsi c'è sempre tempo, dopo.
Nessun commento:
Posta un commento